DIVIGNANO (Italy) – Centro Natura Docet
“L’arte marziale non è concepita a scopo bellico, particolarmente nei tempi attuali. Deve piuttosto favorire l’armonia nel mondo”.
Queste parole espresse da Sensei Yoshigasaki rappresentano ormai una massima oppure un assunto del KI AIKIDO in
particolare, e verosimilmente di tutte le arti marziali.
Sensei Yoshigasaki ha diretto il seminario internazionale di KI AIKIDO a Divignano (Italia) durante tutto il fine
settimana dall’8 al 10 giugno 2007.
Durante la giornata di sabato il seminario si è svolto nella maniera consueta, con molti esercizi di KI, respiratori,
ginnastica, tecniche di AIKIDO, meditazioni. Appartiene alla coscienza di ognuno d’essere nel presente e nel movimento della vita ed è stato proprio in tale contesto che ha avuto luogo l’assidua preparazione agli esami, di cui una parte si è svolta proprio in serata.
Bambini
A metà pomeriggio, precisamente alle ore 15.45 un bel gruppo d bambini della scuola di aikido del dojo Ronin si è radunato sul tatami, sotto la direzione del Doshu. Rotolare può anche essere un gioco E’ incredibile come i bambini, all’inizio sempre intimoriti dalla presenza del Maestro, dopo averne colto i sorrisi e gli incoraggiamenti, si rilassino e diano il meglio delle loro capacità: si sono allora potuti ammirare coloro che si esibivano nei salti più temerari e nelle cadute più spettacolari e coloro che orgogliosamente dimostravano le capacità tecniche.
E’ davvero incoraggiante e un grande piacere osservare i giovanissimi della scuola di aikido partecipare con tanta energia. Molti genitori affermano che i loro figli traggono grandi benefici a scuola proprio in virtù della loro frequenza ai corsi di aikido. Alcuni bambini lo hanno confermato con luminosi sorrisi, manifestando grande soddisfazione. Fra qualche anno da questi gruppi di bambini emergeranno i nuovi maestri i quali, a loro volta svilupperanno questa arte con le loro idee che ci auguriamo potranno rinnovare il senso della vita.
Esami, conferimenti, allegria
La prima sessione d’esami ebbe inizio verso le ore 18.00. Il Doshu ha conferito il grado di Rokudan (cintura nera 6.dan) a Sensei Maurizio Volpe, applaudito da tutti i presenti per il brillante risultato conseguito.
Hanno ottenuto il grado di Joden: Andrea Beduschi del dojo di Balerna (CH), Fabio Bosotti e Moreno Maule del dojo Ronin di Novara (I).
Sono seguiti gli esami per il passaggio a Sandan (cintura nera 3.dan), affrontati con molto dinamismo da Riccardo Borri allievo del maestro Patrizio Bronzi del dojo di Valdarno (I) e da Michela Fioramonti allieva di Sensei Maurizio Volpe del dojo di Olcella (I).
Numerosi scatti fotografici e riprese per filmati video hanno fatto da contorno agli esami.
Se è vero che il KI AIKIDO è un’arte marziale autentica, tendente a creare armonia nel mondo, non bisogna pensare che le sue tecniche siano inefficaci e dopo aver osservato i due Randori – attacchi liberi da 4 persone – non ha nemmeno più senso asserirlo. Occorre una profonda conoscenza tecnica e molta bravura nel gestire lo spazio per ottenere tali risultati…e non è per nulla facile.
Domenica mattina dalle ore 08.30 alle ore 10.00 vi è stata la preparazione degli esami per il passaggio a Yondan (cintura nera 4. dan). Non occorre dire che tale dimostrazione fu ancora più impressionante. A questo livello (ultimo esame ufficiale del KI AIKIDO) occorre saper sviluppare molta armonia che deve diventare evidente nel dojo ed espandersi in tutto lo spazio. Dirlo e scriverlo è facile ma realizzare tale situazione davanti ad un centinaio di persone è un’altra cosa.
I tre amici: Bernhard Boll del dojo di Hechingen (D), Patrizio Bronzi del dojo di Valdarno (I) e Silvio Perin del dojo di Bassano del Grappa (I) hanno perfettamente dimostrato la loro maestria, raccogliendo meritati applausi.
L’organizzazione del seminario fu come sempre vicina alla perfezione, in un dojo di grande bellezza inserito in un parco
magnifico, dotato di interessanti infrastrutture quali la piscina, la sala da pranzo, camere confortevoli: un pezzetto d’Italia incantevole.
I partecipanti hanno potuto gustare degli ottimi pasti a “buffet” accompagnati dal gradito vino offerto dal gruppo di
Bologna e dal gruppo di Valdarno che è giunto a Divignano con una damigiana. Tutti ci siamo congedati con un po’ di malinconia per il distacco ma senza tristezza consapevoli che ogni fine è preludio ad un nuovo inizio.
Secondo un testo di Yves Opizzo, traduzione Yvette Voumard